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Con il concetto di furto di identità si va a descrivere una o più pratiche che riguardano l’utilizzo di informazioni personali da parte di un malintenzionato per eseguire, al posto della vittima, delle azioni. Vista la scarsa sicurezza informatica e il mai sufficiente uso delle VPN, ritrovarsi in situazioni del genere sta diventando sempre più comune.
Ugnė Zieniūtė
Sep 20, 2021 · 4 min di lettura
Dal punto di vista giuridico, è in primis necessario identificare due tipologie differenti di identità: l’identità personale e l’identità digitale. La prima è la rappresentazione di un individuo in relazione al proprio contesto sociale, mentre la seconda è l’insieme delle risorse digitali che vengono associate in maniera univoca a una persona fisica.
Se per eseguire un furto di identità personale c’è bisogno di effettuare complicati travestimenti e imbrogli di un certo livello, l’identità digitale è certamente più delicata e più soggetta a cattive azioni.
Per la legge italiana il termine furto di identità equivale al reato di sostituzione di persona. Questo reato, previsto dall’articolo 494, dice sostanzialmente che se qualcuno, al fine di procurare a sé o ad altri un vantaggio, o nel tentativo di infliggere ad altri danni, sostituisce in maniera illegittima la propria all’altrui persona, commette un illecito.
Questo reato, però, sostanzialmente si equipara al furto di identità personale; in caso di furto di identità digitale o di furto di identità online, infatti, le cose vengono descritte in maniera leggermente diversa.
Il furto di identità è un reato punito dal codice penale, in quanto violazione riconosciuta dagli articoli 494 e 640. Il primo articolo parla, infatti, di sostituzione di persona, mentre il secondo di frode informatica.
Entrambi gli articoli sono collegati a questo reato poiché qualcuno, entrando illegalmente in possesso dei dati di una persona, può fingere di essere qualcun altro per compiere atti illeciti.
Le pene previste per questo reato sono severe con possibilità di reclusione da due a sei anni e una sanzione amministrativa che varia dai 600 ai 3.000 euro secondo l’articolo 640ter, comma 3, c.p.
Il caso più emblematico per questo genere di reato è l’uso di una carta di credito clonata, considerata una frode informatica aggravata dal furto di identità digitale.
Che fare in caso di furto di identità? Se ci siamo accorti di essere vittima di un furto d’identità digitale, la cosa migliore da fare è contattare immediatamente le autorità competenti e lasciar loro carta bianca. In questi casi, infatti, è necessario contattare immediatamente la polizia postale e sporgere denuncia.
La polizia postale, in questo caso, è la forza dell’ordine più adatta poiché è il corpo istituito esattamente per la persecuzione dei reati relativi al web e al digitale; più di chiunque altro, questo corpo sarà in grado di aiutare l’utente nella risoluzione del problema e nell’inquadrare correttamente l’avvenimento.
Diverse sono le modalità per poter eseguire un furto di identità digitale ma, quasi tutte, fanno leva sull’inesperienza o sulla disattenzione dell’utente. Alcune di queste tattiche identificano il furto di identità digitale come un furto di identità online, altre invece sono relative alla vita reale.
Secondo i ricercatori esperti in sicurezza digitale, le metodologie attraverso cui i furti avvengono sono cinque: violazione dei dati, duplicazione delle carte di credito, duplicazione della SIM, navigazione non protetta e furto fisico dei dati.
Nonostante sia impossibile proteggersi contemporaneamente da ogni minaccia è importante iniziare ad attuare dei comportamenti per il contenimento dei rischi, comportamenti che si riflettono positivamente sulla vita digitale di una persona.
Il modo migliore per proteggersi da un furto di identità online è prevenirlo. Una volta avvenuto il furto di identità, infatti, oltre alla denuncia e alla comunicazione tempestiva ai servizi più importanti (come la banca), non potrai fare molto altro.
Per evitare che ciò accada, è possibile imparare e attuare dei comportamenti rivolti alla riduzione, per quanto possibile, dei rischi collegati alla propria identità digitale.