Cross-device tracking: cos’è e come difendersi
Avere accesso costante a Internet ha portato con sé molti vantaggi, ma anche dei rischi, che si traducono spesso in timori fondati. Sempre più studi rivelano ad esempio come gli utenti si sentano spesso spiati da quegli stessi dispositivi che permettono loro di essere sempre online.
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Sondaggio NordVPN: buona parte degli utenti si sente “spiata”
Un recente sondaggio realizzato da NordVPN ha rivelato come chi usa abitualmente dispositivi connessi a Internet si senta spiata e quindi poco al sicuro. Molto interessanti le domande che sono state poste: per capire se si sentivano spiati, ai partecipanti è stato chiesto se hanno mai notato delle pubblicità relative a oggetti di cui avevano parlato recentemente ma per cui non avevano effettuato ricerche.
Soltanto poco più del 30% degli italiani a cui è stata fatta questa domanda hanno risposto in modo affermativo. A essere preoccupante è però il risultato della seconda domanda: tra coloro che hanno notato pubblicità pertinenti, è solo meno della metà a sentirsi “spiata”.
Un dato positivo è però quello che vede un 60% di utenti italiani consapevoli della possibilità di limitare quello che il proprio smartphone è in grado di ascoltare.
Da questi dati si evince che in generale gli utenti italiani si sanno difendere da questo tipo di problema, anche se forse non sono del tutto consapevoli dei rischi che corrono. Essere “spiati” significa infatti esporre i propri dati personali a terze parti.
Cos’è il cross-device tracking?
Uno dei metodi utilizzati per “spiare” gli utenti è quello del cross-device tracking. Si tratta di una tecnologia specifica che permette di tenere traccia delle attività di un utente anche quando questi si sposta da un dispositivo a un altro. Il più delle volte questo avviene tramite app apposite, che sono in grado di associare tutti i dispositivi usati da un utente a un suo profilo personale.
Uno dei metodi di tracciamento più efficaci è quello del tracking ultrasonico. Gli ultrasuoni non possono essere uditi dall’orecchio umano, ma le macchine sono in grado di sentirli. Se un sito web o una pubblicità emette un ultrasuono, l’utente non se ne accorge, ma questo ultrasuono potrebbe essere usato per inviare un segnale a un’app, che in questo modo potrebbe registrare l’attività svolta.
Questi ultrasuoni possono quindi essere sfruttati per tenere traccia delle attività degli utenti anche su dispositivi diversi: se si guarda la pubblicità di un prodotto sul PC, e questa emette un ultrasuono, un’app sullo smartphone potrebbe accorgersene e quindi proporre a sua volta altre pubblicità relativa allo stesso prodotto o prodotti simili. Quando si verifica una situazione di questo tipo ci si sente ovviamente “spiati”, perché risulta difficile spiegarsi come sia possibile una tale “coincidenza”.
Come ridurre il cross-device tracking?
Quando ci si rende conto di essere “spiati” la prima reazione è quella di chiedersi come fare a evitarlo. A nessuno, in fondo, piace essere spiato. Fortunatamente ci sono alcune soluzioni che permettono di difendersi da questo tipo di problema.
- Usare una VPN. Una VPN permette di crittografare tutto il traffico online e mascherare il proprio indirizzo IP: in questo modo diventa impossibile associare le attività online a un utente specifico.
- Usare un browser dedito alla privacy. Browser come Firefox e Chrome hanno delle modalità in incognito che permettono di evitare il tracciamento, ma queste modalità non sono le più efficaci. Il metodo migliore è infatti utilizzare un browser che non raccoglie alcun tipo di informazione personale, come Tor.
- Modificare le autorizzazioni delle app. Per poter “ascoltare” gli ultrasuoni, un’app deve aver accesso al microfono dello smartphone. La soluzione più semplice è quindi quella di concedere questo tipo di autorizzazioni solamente alle app che le necessitano per le loro funzionalità di base. L’app per le chiamate, ad esempio, deve ovviamente avere accesso al microfono, ma il browser può funzionare benissimo anche senza.
Sentirsi spiati è una bruttissima sensazione, ed è sintomo di un problema di privacy. È quindi molto importante proteggersi e proteggere i propri dati.
Metodologia del sondaggio
NordVPN ha intervistato 10.808 persone in 11 Paesi: Australia, Canada, Germania, Spagna, Francia, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti. Un’agenzia esterna ha condotto l’indagine tra il 23 febbraio e il 7 marzo 2023. Agli intervistati sono state poste una serie di domande sulla pubblicità e sul tracciamento cross-device. I campioni erano rappresentativi della popolazione adulta dei rispettivi Paesi (18+).
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