Pendolarismo e preferenze di viaggio
Una ricerca di NordVPN rivela che quasi 7 persone su 10 in Italia fanno i pendolari quotidianamente. L’86% si sposta almeno un paio di volte a settimana. A livello globale, la media dei pendolari regolari è di 5 su 10.
In Europa, spagnoli e italiani sono in testa, probabilmente a causa dell'alta densità urbana e dell'ampia offerta di trasporti pubblici. Al contrario, gli svedesi si spostano meno spesso, con solo il 44% che si muove quotidianamente, il che può essere attribuito a infrastrutture solide e a una maggiore diffusione del lavoro ibrido o da remoto.
Quando si tratta di mezzi di trasporto, il veicolo personale è il mezzo più usato, lo preferisce il 64% degli intervistati a livello globale. In Italia, il 74% si sposta in auto, il 41% a piedi e il 40% usa i mezzi di trasporto pubblico, come bus, metro, tram o treno. Solo il 15% si muove in bici e un piccolissimo 5% scegli i taxi, perché troppo costosi, o i servizi di car sharing, meno diffusi che in altre nazioni.
In Spagna, andare al lavoro a piedi è quasi altrettanto popolare che guidare, con il 50% che sceglie di camminare e il 59% che sceglie di guidare. Gli spagnoli e i francesi sono i più grandi camminatori, ben al di sopra della media globale del 32%. In Corea del Sud, gli autobus seguono i veicoli personali come secondo mezzo di trasporto più popolare, con il 42% delle persone che li utilizza. Le biciclette sono più comuni in Germania e Svezia. È interessante notare che le persone nei paesi di lingua inglese e in Corea del Sud utilizzano i taxi o i servizi di car sharing più frequentemente rispetto alla media globale osservata in tutti i Paesi oggetto dell'indagine.
8 pendolari italiani su 10 utilizzano lo smartphone
La maggior parte dei pendolari nel mondo, 8 su 10, utilizza un dispositivo durante il tragitto casa-lavoro/scuola/università. I sudcoreani sono in testa, con 9 pendolari su 10 che utilizzano dispositivi, seguiti dall’Italia, dove l’86% dei pendolari usa un qualche dispositivo mentre si sposta. Gli svedesi sono quelli che ne fanno meno uso, con solo 6-7 pendolari su 10.
Gli smartphone sono di gran lunga la scelta più popolare nel mondo, soprattutto in Italia, dove vengono usati dall’81% dei pendolari, seguiti da tablet o iPad (16%), laptop (11%), console di gioco portatili (5%), e, per ultimo, dagli e-reader, come Kindle, appena il 4% legge gli ebook in viaggio (saremo un paese di navigatori e poeti, ma non certo di lettori!).
Negli Stati Uniti, il 75% dei pendolari utilizza gli smartphone, seguiti dal Canada con il 73%. Gli smartphone sono anche i più popolari in Corea del Sud, dove 9 pendolari su 10 li utilizzano. Tuttavia, sono meno usati in Svezia (62%), Giappone (65%) e Australia (68%). Lo studio ha inoltre rivelato che i pendolari nei paesi anglofoni e in Francia sono più propensi a utilizzare i laptop durante gli spostamenti rispetto ad altri paesi. Questo risultato suggerisce che i pendolari in queste regioni potrebbero svolgere attività lavorative o necessitare di più spazio sullo schermo per svolgere più attività contemporaneamente mentre sono in viaggio.
6 pendolari su 10 navigano su internet
6 pendolari su 10 nel mondo si collegano a internet durante gli spostamenti. Lo fa anche la maggior parte degli italiani: il 59% è online durante gli spostamenti, l’89% di loro trascorre fino a un’ora navigando in Rete. Questo rende meno sorprendente il fatto che il 18% degli italiani abbia perso la propria fermata perché distratta e con gli occhi fissi sullo schermo.
Se guardiamo agli altri Paesi, oggetto della ricerca, i sudcoreani sono quelli che si connettono di più, con 8 su 10 che utilizzano internet. Gli svedesi, al contrario, sono quelli che si connettono di meno, con solo 5 su 10 che navigano durante il viaggio. Di coloro che si connettono, la metà trascorre fino a 30 minuti online, rendendo brevi sessioni online la norma per molti pendolari. È interessante notare che 8 pendolari su 10 che si connettono a Internet trascorrono fino a un’ora online. Questo dato suggerisce che, per molti, l’accesso alla rete è diventato una componente fondamentale del viaggio. Del resto, in un mondo sempre più digitale, l’uso di internet è ormai parte integrante della nostra quotidianità, ovunque ci troviamo.
Cosa fanno i pendolari sui loro smartphone?
In media, la maggior parte dei pendolari che utilizzano gli smartphone (54%) ascolta musica o podcast. Questa abitudine è molto più diffusa negli Stati Uniti (63%), in Canada (60%), in Australia (59%) e in Svezia (68%).
Molti pendolari trascorrono il tempo chiamando o inviando messaggi (50%) o navigando sui social media (45%). Il gaming è un’attività piuttosto comune in Francia (35%, la percentuale più alta tra i Paesi coinvolti) durante il tragitto casa-lavoro, sebbene al primo posto troviamo i social media. In Giappone, i pendolari preferiscono tenersi aggiornati sulle notizie, rendendola l'attività più comune durante il tragitto casa-lavoro.
E l’Italia? Insieme alla Spagna, il nostro Paese è in controtendenza: chiamare e inviare messaggi è, infatti, la nostra attività preferita quando si viaggia. Il 62% dei pendolari italiani trascorre il tempo chiamando o inviando messaggi ad amici, il 50% ascolta musica o podcast, il 45% naviga sui social media e il 43% legge o ascolta le notizie. Un quarto degli italiani che si spostano per lavoro gioca o svolge attività lavorative durante i viaggi.
Italiani e Wi-Fi pubblico in viaggio, cauti ma non troppo
6 pendolari su 10 che si collegano a internet utilizzano il Wi-Fi pubblico almeno qualche volta. I pendolari in Corea del Sud, Germania e Regno Unito sono quelli che utilizzano maggiormente il Wi-Fi pubblico durante il tragitto casa-lavoro, rispettivamente il 79%, il 78% e il 68%. Al contrario, gli svedesi sono quelli che lo utilizzano meno, con solo il 35% dei pendolari che lo sceglie. L’Italia ha un approccio più cauto rispetto all’uso degli hotspot pubblici: il 68% dei pendolari dichiara di non utilizzarli affatto. Tuttavia, il 55% degli italiani pendolari che navigano in Rete lo fa frequentemente attraverso Wi-Fi pubblici.
L’ampia diffusione del Wi-Fi pubblico rappresenta un potenziale rischio per la sicurezza, soprattutto per i pendolari che lo utilizzano quotidianamente. Molte di queste reti, infatti, non sono adeguatamente crittografate, esponendo gli utenti a minacce informatiche come gli attacchi man-in-the-middle per rubare credenziali, intercettare conversazioni o diffondere malware. La comodità di una connessione gratuita e accessibile ovunque può quindi trasformarsi in una vulnerabilità significativa.
Guardati le spalle: lo “shoulder surfing” e le altre minacce online
Lo shoulder surfing, letteralmente “spiare alle spalle”, è la pratica di spiare lo schermo di qualcun altro senza il suo consenso, spesso sbirciando da dietro mentre utilizza un dispositivo (da qui il nome). Questo fenomeno è particolarmente comune negli spazi pubblici e affollati, come i mezzi di trasporto, dove la vicinanza tra le persone rende facile “dare un’occhiata” non autorizzata ai contenuti visualizzati. Sebbene possa sembrare innocuo, quando fatto con intenti malevoli è una vera e propria minaccia per la sicurezza, poiché un malintenzionato potrebbe ottenere informazioni sensibili, come password, dati bancari o messaggi privati, senza che il proprietario del dispositivo se ne accorga.
Circa un quarto dei pendolari (23%), dice la ricerca, ha notato qualcuno fare shoulder surfing. La Spagna ha il tasso più alto di shoulder surfing, pari al 34%, mentre la Svezia il più basso, pari al 7%. Un quinto degli italiani ha dichiarato di aver notato questo genere di comportamento sui mezzi pubblici.
A questo proposito, il 74% dei pendolari italiani si dichiara preoccupato per le potenziali minacce online, tra cui, appunto, lo shoulder surfing, a cui potrebbe essere esposto durante gli spostamenti quotidiani. Per il 34% degli intervistati, questa preoccupazione è vissuta come vera e propria paura.
Utilizzo dei dispositivi durante la guida
Sebbene la nostra ricerca non si sia focalizzata specificamente sui pericoli dell’uso dei dispositivi durante la guida, è fondamentale riconoscerne i rischi. Secondo i dati Istat circa il 15% degli incidenti stradali, ovvero oltre 37.000 casi, è causato dalla guida distratta. Anche le sanzioni per l’uso improprio dei dispositivi in auto sono elevate, con lo smartphone responsabile del 97,6% delle multe o sanzioni emesse.
Il Ministero della Salute annovera tra le principali cause degli incidenti più gravi sulle strade italiane parlare al telefono mentre si è alla guida, navigare in internet o rispondere ai messaggi.
Le distrazioni non si limitano ai soli dispositivi: anche mangiare, regolare la radio o conversare sono azioni che possono distogliere l’attenzione dalla strada. Per garantire la sicurezza, è essenziale evitare qualsiasi distrazione e mantenere sempre alta la concentrazione durante la guida.
Come i pendolari proteggono i propri dispositivi?
In media, la maggior parte delle persone protegge i propri smartphone utilizzando password o passcode complessi (47%) e mantenendo aggiornato il software (46%). Un numero inferiore di pendolari utilizza una pellicola protettiva per lo schermo (20%) o una rete privata virtuale - VPN (17%).
Le pellicole protettive per lo schermo sono più diffuse in Australia (23%), Regno Unito (23%) e Italia (23%). Negli Stati Uniti (24%), in Germania (23%) e in Canada (21%), un numero maggiore di pendolari si affida alle VPN per proteggere i propri dati. Mentre, il 13% dei pendolari nel Regno Unito non adotta alcuna misura di protezione dei dati. Un terzo degli utenti di smartphone si connette al Wi-Fi pubblico senza protezione (senza VPN) durante gli spostamenti. La Corea ha la percentuale più alta di utenti non protetti, mentre la Svezia la più bassa.
Oltre l’uso della pellicola per la privacy, per proteggersi durante gli spostamenti, il 46% degli italiani utilizza password complesse, il 42% tiene aggiornati i propri software e il 31% evita di accedere a informazioni sensibili. Ma solo il 16% usa una VPN. A questa percentuale se ne aggiunge un’altra, ugualmente preoccupante: il 27% dei viaggiatori che si connettono ai Wi-Fi pubblici in viaggio, lo fa senza una connessione VPN. Inoltre, il 18% degli italiani utilizza i propri dispositivi durante gli spostamenti senza adottare alcuna misura di sicurezza, esponendo così la propria privacy online a potenziali rischi.
Come proteggersi in viaggio
Viaggiare, soprattutto utilizzando dispositivi personali e connettendosi a reti Wi-Fi pubbliche, può esporre i tuoi dati a diversi rischi di sicurezza. Per proteggere la tua privacy e le tue informazioni sensibili, segui questi consigli:
- Evita di accedere a informazioni sensibili su reti Wi-Fi pubbliche. Non effettuare il login a servizi bancari o account di lavoro mentre sei connesso a una rete non protetta. Gli hacker possono intercettare i tuoi dati e ottenere accesso non autorizzato.
- Attiva l'autenticazione a due fattori (2FA). Aggiungi un ulteriore livello di protezione ai tuoi account. Anche se un hacker dovesse ottenere la tua password, con il metodo 2FA sarà più difficile accedervi.
- Mantieni aggiornati i tuoi dispositivi. Installa sempre gli ultimi aggiornamenti software su smartphone, laptop e tablet per proteggerti da vulnerabilità di sicurezza note.
- Disattiva la connessione automatica al Wi-Fi. Impedisci al tuo dispositivo di connettersi automaticamente a reti non sicure, riducendo il rischio di attacchi informatici.
- Utilizza password complesse e uniche. Evita di riutilizzare le stesse credenziali su più account e affidati a un gestore di password per conservarle in modo sicuro.
- Proteggi il tuo dispositivo con un blocca schermo. Usa una password o dati biometrici, come un'impronta digitale o il riconoscimento facciale, per impedire l’accesso ai tuoi dati in caso di smarrimento o furto.
- Utilizza una VPN per una connessione sicura. Collegarti a una VPN ti aiuta a crittografare la tua connessione internet, proteggendo il traffico online da occhi indiscreti, soprattutto quando utilizzi reti Wi-Fi pubbliche.
Seguire queste precauzioni ti aiuterà a navigare in modo sicuro, proteggendo le tue informazioni personali ovunque tu sia.
Metodologia
L’indagine è stata commissionata da NordVPN e condotta dalle società di ricerca indipendenti Cint e Norstat dal 20 febbraio al 2 marzo 2025.
Il campione dell’indagine comprendeva residenti di Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Australia, Francia, Germania, Italia, Spagna, Svezia, Corea del Sud e Giappone, di età compresa tra 18 e 74 anni (rappresentativi a livello nazionale), fatta eccezione per la Corea del Sud, dove il range di età considerato era 18-64 anni.
I partecipanti sono stati selezionati tra utenti internet nazionali, con quote stabilite in base a età, sesso e luogo di residenza. Complessivamente, sono state intervistate 10.800 persone, con 800 partecipanti in Spagna e 1.000 in ciascuno degli altri Paesi.
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