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Che cos’è un ReCaptcha? Differenza tra Captcha e ReCaptcha

ReCAPTCHA è un servizio gratuito di Google che consente di proteggere i siti web da spam e abusi permettendo di effettuare una distinzione tra gli utenti umani e i bot automatizzati.

Che cos’è un ReCaptcha? Differenza tra Captcha e ReCaptcha

Sono disponibili diversi tipi di test ReCaptcha, dall’utilizzo di un’immagine reale a una semplice casella di controllo. All’interno di questo articolo analizzeremo la differenza tra Captcha e ReCaptcha e quali sono le varie tipologie.

Prima di iniziare, ricordiamo che un utente VPN può visualizzare spesso un codice errore ReCaptcha. Questo succede perché, tramite la connessione VPN (anche da una VPN online), il server di un portale vede ripetute connessioni da uno stesso indirizzo IP, che possono essere paragonate al comportamento di un bot. Per ovviare a questo metodo di sicurezza, il modo più semplice è risolvere il test. In alternativa, puoi provare a effettuare una pulizia dei cookie e della cronologia del browser oppure a cambiare server VPN. Con NordVPN puoi anche utilizzare Threat Protection, che ti permette di bloccare automaticamente i cookie di tracciamento ed evitare così di essere riconosciuto dai siti che visiti tramite l’indirizzo IP.

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Cos’è il ReCAPTCHA: qual è il significato?

ReCAPTCHA è un sistema CAPTCHA sviluppato dallo scienziato Luis von Ahn, originariamente rilasciato nel 2007 e acquisito da Google nel 2009.

Captcha vs ReCaptcha: qual è la differenza?

Un CAPTCHA (scopri il Captcha significato) è costituito da qualsiasi test di autenticazione di un sito web progettato per distinguere gli esseri umani dai computer. Spesso ci riferiamo ai CAPTCHA come test di Turing inversi perché una macchina gestisce una sfida di autenticazione che un essere umano deve risolvere.

Esistono vari tipi di CAPTCHA di proprietà di diverse società/fornitori. ReCAPTCHA è il popolare servizio CAPTCHA di Google, utilizzato per la protezione dai bot di base e altri scopi.

ReCaptcha Google: come funziona?

Con i test di parole Google ReCAPTCHA (comuni prima del rilascio della versione 2 nel 2013), Google ha utilizzato immagini di libri scansionati per digitalizzare gli archivi del New York Times.

Google, però, non si è fermato alla digitalizzazione. Da quando l’identificazione delle immagini è diventata parte dei test con v2, Google ha utilizzato l’input dell’utente per migliorare i suoi modelli di apprendimento automatico e addestrare i relativi programmi.

Quali sono le diverse tipologie di ReCaptcha?

Dal 2009, Google ha introdotto diverse versioni di reCAPTCHA.

ReCAPTCHA v1

La prima versione di ReCAPTCHA di Google assomigliava molto ai CAPTCHA originali della fine degli anni ’90. All’utente veniva fornito un messaggio distorto che doveva decifrare per superare il controllo. Google ha reso obsoleta la v1 di ReCAPTCHA a marzo 2018.

ReCAPTCHA v2

V2 è il tipo più comune di ReCAPTCHA, ancora in uso da molti siti web. Questa tipologia mira a verificare le interazioni legittime attraverso:

  • Nessun CAPTCHA ReCAPTCHA: l’utente fa clic sulla famosa casella di controllo “Non sono un robot” e l’algoritmo di analisi del rischio lo lascia passare automaticamente o lo sfida con un CAPTCHA ad immagine (spesso con un’immagine dall’enorme libreria di Street View di Google).
  • Il badge ReCAPTCHA invisibile: un’azienda può nascondere la casella di controllo “Non sono un robot” legandola a un pulsante esistente sul proprio sito web. Ad esempio, quando un utente fa clic sul pulsante di accesso, il processo di verifica potrebbe aver luogo automaticamente. Il badge invisibile ReCAPTCHA può essere richiamato anche tramite una chiamata API JavaScript.

ReCAPTCHA v3

ReCAPTCHA v3 consente agli utenti di passare senza dover fare clic sulla casella di controllo “Non sono un robot”. Si tratta di un’API JavaScript che opera dietro le quinte e che restituisce un punteggio basato sulle azioni precedenti dell’utente all’interno di un portale. Se tale punteggio è vicino allo 0, viene richiesta un’ulteriore autenticazione per poter proseguire.