Quanto è soggetto il tuo paese ai rischi informatici? Risultati sorprendenti dal Cyber Risk Index di NordVPN
Nell’immaginario collettivo Internet è visto come uno spazio aperto che superi qualsiasi confine, ma non è proprio così. Il web è strettamente legato al mondo fisico. È proprio per questo, infatti, che il rischio di cadere vittima di un reato informatico dipende, come tutti gli altri crimini, dal paese in cui risiedi.
Per quale motivo gli Americani sono due volte più vulnerabili degli Italiani ai crimini informatici?
Oltre un anno fa, abbiamo intervistato i nostri utenti a proposito delle loro esperienze sulla sicurezza informatica. 1 utente su 5 ha affermato di esser stato vittima di un reato informatico nel corso della propria vita: un numero decisamente più alto rispetto a quanto avevamo previsto.
Per assurdo, altre risposte si sono distaccate ancora di più dalle nostre previsioni.
Prendiamo gli Stati Uniti. Si tratta di una potenza economica che ha fatto dell’innovazione continua il suo tratto distintivo. Occupa una straordinaria posizione nel Global Cybersecurity Index (#2 su scala globale). Ma il numero di persone con problemi di sicurezza online tra i nostri utenti americani è risultato più alto della media: 1 americano su 4 ha affermato di essere stato vittima di reati informatici.
Paesi simili con economie ad alto reddito, come Italia, Spagna o Svizzera, hanno mostrato tassi di crimine informatico 2 o 3 volte più bassi rispetto agli Stati Uniti. Ci stava sfuggendo qualcosa di importante. Quindi abbiamo approfondito la questione.
Inizia l’elaborazione dei dati
Abbiamo collaborato con Statista — il principale provider mondiale di dati aziendali e non— che ha raccolto informazioni da 50 paesi che coprono il 70% della popolazione mondiale. Abbiamo stimato il potenziale impatto positivo o negativo dei dati sul rischio informatico, e abbiamo quindi calcolato la correlazione tra le prime tre serie di dati (socio-economici, digitali, informatici) e la quarta (criminalità).
Abbiamo trovato 14 fattori chiave, e li abbiamo analizzati per dar vita al Cyber Risk Index (per un resoconto più dettagliato del processo, è possibile leggere il rapporto completo del CRI. Troverai il PDF gratuito qui)
Abbiamo classificato i 50 paesi esaminati e abbiamo scoperto che i paesi sviluppati — soprattutto quelli Nord Europei e Nord Americani — rientrano nella fascia più alta di rischio informatico. L’indice non ha fatto altro che confermare ciò che era emerso dal sondaggio effettuato sui nostri utenti.
Internet è una rete — ed è piena di spider opportunisti
La rete ha un sacco di aspetti meravigliosi, ed è per questo che continuiamo a navigarla. Ma è anche piena di spider (o “ragni”) che approfittano di qualsiasi opportunità per colpire. Più tempo trascorri in rete, maggiore sarà la possibilità di imbatterti in un criminale informatico.
È per questo motivo che i cittadini dei paesi sviluppati hanno un rischio maggiore di diventare vittime di reati informatici. Dai paesi sviluppati è più facile accedere ad Internet e le retribuzioni sono più elevate, il che si traduce in un numero maggiore di smartphone e in un uso più elevato dei servizi online.
Le retribuzioni più alte rendono i residenti di questi paesi i bersagli più interessanti. Gli spider sono opportunisti: tessono le loro tele lì dove volano le mosche più succulente (e, mi dispiace dirtelo, ma in questa metafora la mosca sei tu).
È davvero così semplice? Certo che no
Prendiamo come esempio l’India. È l’unico paese con un punteggio di rischio informatico molto basso. Secondo il rapporto, infatti,
in India:- Soltanto 1 persona su 3 usa Internet.
- Meno di 1 persona su 4 usa uno smartphone.
- Una piccola percentuale della popolazione usa Instagram (5.8%), guarda video on demand (7.1%), o gioca online (6.6%).
- Solo 34% della popolazione vive nelle città. È la percentuale più bassa tra quella dei 50 paesi analizzati.
- Una piccolissima parte della popolazione viaggia all’estero.
Se scegliessimo una persona a caso tra la popolazione totale dell’India, molto probabilmente si tratterà di qualcuno che passa davvero poco -se non addirittura mai- tempo online, ha un lavoro poco retribuito e, di conseguenza, è al riparo da eventuali rischi informatici. Ma se restringessimo il campo ai cittadini Indiani molto attivi online, il risultato sarebbe differente.
I residenti Indiani che invece usano internet, infatti
- Trascorrono online 7 ore e 47 minuti al giorno. È oltre un’ora in più rispetto alla media di tutti i 50 paesi.
- È più probabile che vivano in aree urbane e ricevano salari più elevati.
- Potrebbero far uso di social network, video on demand, e-commerce o dei Wi-Fi pubblici.
- Sono molto più esposti al rischio informatico rispetto al residente Indiano medio.
“È facile mentire con la statistica. È difficile però dire la verità senza”
Abbiamo riflettuto molto su questa famosa citazione di Andrejs Dunkels. I dati non elaborati hanno i propri limiti. Senza prudenza, onestà e rigore, è facile abusarne.
Riteniamo che l’uniformità e l’omogeneità di un paese o di una regione siano proporzionali all’accuratezza del Cyber Risk Index. Nei paesi caratterizzati da un’enorme disuguaglianza di reddito, bassi livelli di urbanizzazione o bassa diffusione dell’uso di Internet, l’Indice riflette soltanto le statistiche nazionali.
Se abbiamo suscitato il tuo interesse, ti invitiamo a dare un’occhiata al rapporto completo.