Sophia, il robot umanoide: è davvero pericolosa?
Sophia è un robot umanoide sociale sviluppato dall’azienda con quartier generale a Hong Kong Hanson Robotics. Attiva dal 14 febbraio 2016, Sophia ha fatto la sua prima apparizione pubblica a metà marzo 2016 al South by Southwest di Austin, in Texas, ed è passata recentemente anche per l’Italia.
Molti dei lettori che hanno già visto all’opera questo umanoide, in grado di replicare in maniera sorprendente le emozioni e le espressioni umane, si staranno già chiedendo: è pericolosa questa nuova espressione dell’intelligenza artificiale? Dobbiamo temere per il nostro futuro e iniziare a prevedere delle contromisure davanti all’evoluzione dei robot?
Cosa sappiamo su Sophia?
Sophia è un robot umanoide progettato per interagire con le persone e mostrare espressioni simili a quelle umane. È stata creata per vari scopi come ricerca, educazione e intrattenimento, oltre che per aiutare a promuovere la discussione sull’etica dell’intelligenza artificiale e il futuro della robotica.
Sophia è diventata un nome noto al grande pubblico, con apparizioni in programmi televisivi molto noti nel mondo anglosassone come il Tonight Show e Good Morning Britain, senza contare le comparsate in centinaia di conferenze, convention ed eventi legati alla tecnologia in molti altri Paesi, fra cui il nostro.
L’intelligenza artificiale di Sophia
Il cervello di Sophia è frutto del lavoro del team di esperti in intelligenza artificiale e robotica di Hanson Robotics. Sophia utilizza una combinazione di intelligenza e visione artificiale per muoversi e interagire con l’ambiente in cui si trova. Fa inoltre utilizzo di una tecnologia di riconoscimento vocale sviluppata da Alphabet Inc., conglomerato del settore tech che controlla anche Google, basata su modelli linguistici di apprendimento in grado di automigliorarsi col tempo.
Sophia utilizza algoritmi di machine learning per elaborare le informazioni e generare le sue risposte. Una soluzione tecnologica all’avanguardia che le permette di apprendere e adattarsi a nuove situazioni.
Ma il machine learning cos’è? Si tratta di una branca dell’intelligenza artificiale, all’interno della quale si studiano e applicano sistemi di apprendimento automatico per le macchine, non basati su specifici ordini umani, ma in grado di esprimersi liberamente (entro certi limiti).
Tuttavia, è importante sottolineare che Sophia non è cosciente nel vero senso della parola: si tratta di una macchina capace di imitare alcuni tratti tipici dell’essere umano, ma senza una vera e propria coscienza (intesa come consapevolezza del “sé”).
Sophia è pericolosa?
Nonostante sia diventata ancora più famosa per essersi lasciata sfuggire la celebre frase “Okay, distruggerò gli umani” in un’intervista trasmessa dalla rete americana CNBC nel marzo del 2016, Sophia non è pericolosa.
È stata progettata per essere un robot amichevole e interattivo, e permettere così a un pubblico più ampio di conoscere e interagire in modo positivo con l’intelligenza artificiale.
I suoi creatori, gli esperti di Hanson Robotics, hanno adottato varie misure di sicurezza per garantire che non possa nuocere agli esseri umani, limitando volontariamente le sue potenzialità.
L’intelligenza artificiale nel 2024
Nel 2022, la tecnologia dell’intelligenza artificiale ha compiuto un enorme salto in avanti, dimostrando tutte le sue potenzialità con esempi di applicazione pratica in un numero sempre maggiore di settori.
Dal natural language processing (NLP) alla computer vision, fino ai sistemi di conversazione (chatbot) e creazione di contenuti come ChatGPT, si sono visti miglioramenti significativi su molti fronti. Le previsioni per i mesi rimanenti del 2024 e gli anni a venire fanno immaginare una crescita incessante. Puoi leggere il nostro articolo su cos’è ChatGPT per saperne di più sul bot e scoprire perché è vantaggioso utilizzare una VPN per ChatGPT.
Si pensa infatti che l’IA diventerà ancora più abile nel comprendere fin nelle sue minime sfaccettature il linguaggio umano e nell’interpretare informazioni visive. Lo sviluppo del machine learning porterà a previsioni più accurate e a un miglior processo decisionale.
Inoltre, molto probabilmente l’impiego dell’IA nei posti di lavoro sarà ancora più impattante, e si tradurrà nell’automatizzazione dei compiti di routine e in un più generale aumento della produttività umana grazie all’ingresso di questa nuova tipologia di macchine nei contesti aziendali.
Il rapido miglioramento della tecnologia dell’intelligenza artificiale richiede la realizzazione di un quadro normativo completo che abbracci anche una visione etica. Soluzioni di intelligenza artificiale come i programmi in grado di utilizzare il viso e la voce di personaggi famosi (ossia gli ormai celebri deepfake) per creare contenuti sostanzialmente indistinguibili dalla realtà, non possono essere ignorati dal legislatore.
Chi opera con questi strumenti deve orientare la propria azione all’insegna della tutela dei diritti dei cittadini. Ecco perché la regolamentazione e la visione dell’IA dal lato etico sono una delle priorità per il 2024.
Il lato oscuro dell’IA: cybersecurity e Sophia
Anche se Sophia non è stata progettata per arrecare alcun tipo di danno (essendo quindi estranea all’uso di tecnologie simili per compiere vari tipi di attacchi informatici), è importante considerare gli aspetti legati alla cybersecurity di queste nuove soluzioni.
Con l’aumento delle capacità dell’intelligenza artificiale, cresce anche il rischio che questi strumenti vengano utilizzati dai cosiddetti bad actor, generalmente e imprecisamente chiamati “hacker” nel linguaggio comune, per raggiungere scopi illeciti.
Le organizzazioni criminali stanno appuntando strategie sempre più sofisticate e potrebbero mirare a sistemi come Sophia per ottenere un ritorno economico illegale.
Per proteggere Sophia e gli altri robot simili a lei che verranno, è fondamentale prestare attenzione alla sicurezza delle informazioni e alla protezione dei dati. Adottare misure appropriate per garantire che l’IA non sia vulnerabile agli attacchi informatici, così da prevenire potenziali minacce alla sicurezza e alla privacy.
In conclusione, nonostante a prima vista Sophia possa sembrare pericolosa o quanto meno inquietante, in realtà è un’innovazione tecnologica che mira a promuovere la comprensione e l’interazione con l’intelligenza artificiale. Sebbene Sophia stessa non rappresenti una minaccia, tecnologie simili potrebbero essere rischiose per le persone qualora dovessero finire nelle mani sbagliate.
Ecco perché è importante che tutte le parti sociali siano consapevoli dei rischi e delle potenzialità di questo nuovo ambito tecnologico, affinché il risultato finale delle applicazioni pratiche dell’intelligenza artificiale si concretizzi in un beneficio tangibile per l’umanità.