Italia terzultima nella classifica che valuta le conoscenze in sicurezza informatica
La sicurezza informatica è un argomento sempre più importante in un mondo interconnesso e in costante evoluzione come il nostro. La digitalizzazione pone sfide complesse legate ai temi della protezione dei dati personali e della sicurezza online. L’Italia, pur essendo uno dei Paesi più avanzati al mondo, ha molto da imparare in questo ambito, come dimostrano i risultati del National Privacy Test annuale curato da NordVPN.
In questo post, daremo uno sguardo d’insieme ai dati raccolti, per cercare di trarre qualche somma a livello nazionale e internazionale. Per quanto le classifiche possano fare notizia, è importante che l’opinione pubblica prenda in seria considerazione questi temi, poiché possono avere un impatto notevole nella vita di moltissime persone.
Informazioni sul National Privacy Test
Il National Privacy Test (NPT) non è un semplice sondaggio come gli altri: può essere infatti visto come uno strumento per valutare in maniera accurata e aggiornata il livello di preparazione e consapevolezza delle persone per quanto riguarda la privacy sulla rete e la sicurezza digitale.
Visto l’ambizioso obiettivo del team che l’ha sviluppato, l’NPT non si limita a porre domande, ma analizza in profondità tre aspetti fondamentali della vita online di utenti di varie parti del mondo: le abitudini quotidiane, l’attenzione alla propria riservatezza e la capacità di valutare i rischi in ambito digitale.
Come vengono calcolati i punteggi dei vari Paesi nell’NPT
Il National Privacy Test (NPT) è un sondaggio aperto e accessibile a tutti che valuta le competenze e le conoscenze delle persone in ambito di sicurezza e privacy online. Per calcolare il punteggio finale, si prendono in considerazione le medie delle tre metriche già citate poco più in alto: la vita digitale quotidiana, la consapevolezza sulla privacy e la tolleranza al rischio digitale. Il test è composto da 22 domande, ognuna delle quali ha un valore ponderato del 4,5%. Maggiore sarà il numero di risposte corrette, più alto sarà il punteggio.
Sulla base di questi risultati, viene effettuata una profilazione delle persone che hanno partecipato al sondaggio, suddividendoli anche a seconda del Paese di provenienza. Questo significa che ogni partecipante viene fatto rientrare all’interno di una categoria, chiamata “cyber personalità” che indica sinteticamente le sue capacità sugli argomenti della privacy digitale e della sicurezza online.
Che cosa sono le cyber personalità?
Le personalità introdotte nel paragrafo precedente sono una specia di etichetta che rappresenta il livello di skills degli utenti: si parte così dalla Cyber Star, ovvero stelle della cybersecurity che brillano nell’ambito della sicurezza online, passando al secondo livello, ovvero quello dell’Avventuriero Cibernetico, scendendo poi al terzo gradino dove troviamo il Turista Cibernetico, e così concludere con il Vagabondo Cibernetico, una categoria non proprio lusinghiera che indica le persone che navigano online con poca consapevolezza dell’ambiente digitale che le circonda.
A seconda del punteggio conseguito nell’NPT, i partecipanti rientrano quindi in una di queste quattro personalità, secondo questi scaglioni di voto:
- Cyber Star (con punteggio tra 75 e 100%).
- Avventuriero Cibernetico (50-74%).
- Turista Cibernetico (25-49%).
- Vagabondo Cibernetico (1-24%).
Quali sono i risultati del test?
In Italia, la conoscenza in tema di sicurezza informatica e privacy online è fra le più basse al mondo. I risultati sono abbastanza impietosi dato che ci siamo piazzati al terz’ultimo posto con un punteggio di 57 su 100.
Ci sono comunque dei lati positivi: il 97% degli italiani sa come creare una password sicura, il 92% sa cosa fare di fronte a offerte di servizi di streaming sospette, l’87% comprende i rischi del salvataggio dei dati della carta di credito sul browser.
Passando alle note dolenti, vi è ancora molto da fare per migliorare la consapevolezza su altre aree critiche della sicurezza digitale. Solo il 3% conosce gli strumenti online per proteggere la privacy, l’8% sa quali dati sono raccolti dagli ISP (i fornitori di connessione a internet) sull’attività dei propri utenti, poco più di 1 persona su 10 (12%) sa come proteggere la propria rete Wi-Fi domestica e solo il 25% riconosce l’importanza di leggere i termini di servizio di app e servizi online.
Quali conclusioni si possono trarre da questo studio?
Dallo studio si possono trarre diverse conclusioni relative alla consapevolezza sulla sicurezza digitale:
- Buoni risultati sulle questioni fondamentali: la maggior parte dei partecipanti provenienti dal nostro Paese ha mostrato un’ottima comprensione di alcuni temi basilari legati alla sicurezza online. La capacità di creare password sicure e gestire potenziali violazioni sono competenze molto diffuse.
- Vulnerabilità su argomenti specifici ad alto rischio potenziale: sebbene vi sia una buona consapevolezza su alcune tematiche fondamentali, ci sono alcune aree specifiche in cui la comprensione appare ancora carente, come la protezione della privacy online e le misure di sicurezza da applicare per proteggere la rete Wi-Fi domestica.
- Necessità di un’educazione digitale maggiore: sembra chiaro il bisogno di formazione e sensibilizzazione su argomenti di livello più avanzato. Una circostanza che ci suggerisce che, se le campagne di sensibilizzazione sembrano aver colto nel segno su temi generali, c’è ancora molto da fare per educare il pubblico su temi più complessi.
Cyber personalità in Italia
Tirando le somme e cercando di profilare i nostri connazionali in alcuni prototipi, è abbastanza inevitabile che i dati relativi all’Italia non siano esattamente esaltanti. Solo il 9% della popolazione italiana rientra nella categoria delle Cyber Star, ovvero persone che possono vantare una conoscenza approfondita di materie come privacy digitale e sicurezza informatica. Circa ⅕ della popolazione (21%) rientra nella categoria dei Turisti Cibernetici, che indica una competenza piuttosto bassa dell’argomento. Solo l’1% rientra invece nella categoria più bassa, quella dei “Vagabondi cibernetici”.
Quali sono i principali cambiamenti rispetto al 2021?
Dal 2021 al 2023, si è visto un miglioramento da parte degli italiani nella consapevolezza su come affrontare gli attacchi di phishing. Tuttavia, è diminuita la conoscenza sulla politica di raccolta dei dati di Facebook anche relativamente a persone che non possiedono un account sul noto social, con valori che passano dal 60% nel 2021 al 48% nel 2023.
Queste variazioni sembrano confermare i dati per l’Italia suddivisi per tema. Il voto migliore (purtroppo, si tratta dell’unica sufficienza) è arrivato in materia di rischio digitale, con punteggio pari al 69%, suggerendo una maggiore attenzione e vigilanza rispetto alle minacce digitali in ambito nazionale.
Panoramica sui risultati globali
Se l’Italia non sorride, neanche il resto del mondo se la passa bene. A livello globale, la consapevolezza sulla privacy online sta diminuendo. Il punteggio medio globale dell’NPT è passato dal 66% nel 2021 al 61% nel 2023. Come era facile intuire, le persone di età compresa tra 30 e 54 anni hanno mostrato le competenze più alte in materia di sicurezza cibernetica anche a livello internazionale.
Metodologia
L’NPT non è rappresentativo a livello nazionale, poiché non sono state stabilite quote basate su età o genere. Nel complesso, hanno risposto più di 26.000 persone, provenienti da 175 Paesi diversi. Questo rapporto utilizza i dati di un sondaggio aperto al pubblico, così come raccolti fino al 19 luglio 2023, sulla base di 22 domande a tema privacy digitale e cybersecurity. Eventuali differenze tra il rapporto e i risultati mostrati sul sito web potrebbero essere dovute alla partecipazione al sondaggio di altre persone dopo tale data.
Note finali
Lo scenario delle minacce online è sempre più complesso ed oggi più che mai è fondamentale capire l’importanza dell’educazione e della consapevolezza sulle tematiche di sicurezza. I numeri mostrano che l’Italia ha bisogno di migliorare sotto vari punti di vista: bisogna continuare a informarsi attivamente per proteggere in maniera efficace la propria presenza online, solo in questo modo il nostro Paese potrà risalire la china, migliorando la propria posizione nella classifica globale.
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